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Capitolo 2: biscotti e cioccolata Accanto alla bambola c’era una chiave per caricarla. Amanda prese la bambola e la caricò con la chiavetta dorata, fece due giri aspettandosi che facesse qualcosa. Di colpo il corpo del giocattolo si illuminò e Amanda lo lasciò cadere per terra e si mise spalle al muro. La bambola a terra si alzò da sola con le sue proprie gambe e cominciò ad aggiustarsi il cappello. Solo dopo si accorse della presenza dell’umana, si avvicinò di qualche passo e la guardò negli occhi; Amanda perse lo sguardo negli occhi della bambola, viola come la magia, con quel viso tranquillo ma allo stesso tempo serio e distante << tu chi sei? >> le chiese la bambola. Gli occhi della ragazza si sbarrarono di colpo appena sentì la voce della bambola: tranquilla e leggera che non dava l’impressione di preoccuparsi della sua presenza << che succede? Il gatto ti ha mangiato la lingua? >> Amanda deglutì senza sapere se rispondere o rimanere in silenzio. Il pendolo che si trovava nel corridoio suonò le quattro. La ragazza non si accorse che il tempo fosse passato così in fretta, doveva andare a lezione di piano così scese di corsa le scale, prese la sua borsa e uscì di casa, lasciando la bambola da sola. La bambina con un salto leggero scese dalla biblioteca << Rell >> disse guardando il varco da dove era venuta, lo scrigno si aprì ed uscì fuori uno spiritello nero come la pece somigliante più ad una pallina di fuliggine, scese fino a raggiungere la bambola << vai a cercare l’altra… >> disse, dopo di che Rell se ne andò uscendo dalla porta aperta della biblioteca. Quando Amanda tornò a casa dopo un’ora ritornò in biblioteca per cercare la bambola ma quando vi entrò non trovò nessuno, così cominciò a correre per la villa “ma dove è finita!?” si chiese entrando nella grande cucina << eccoti qua, sono le cinque ed è l’ora del the…>> la ragazzina guardò alla sua sinistra, seduta su una delle sedie di legno dietro il lungo tavolo con sopra pentole, padelle…c’era la bambola che la guardava con il suo solito sguardo. Amanda guardò meglio la tavola e vide delle cartacce di cioccolata << hai mangiato la mia cioccolata!? >> ma subito si tappò la bocca << era buona… >> rispose la bambola arrossendo << ma allora parli, ora puoi dirmi come ti chiami? >> chiese riprendendosi <<… >> << ah… >> coprirò la bambola << Amanda siamo tornati! >> era sua madre insieme a suo padre che tornavano dopo un pomeriggio a Euronix ( XD ); Amanda prese di corsa la bambola, salì le scale ed entrò nella sua grande camera da letto << stai qui! Non ti muovere perché se ti vede mia mamma gli viene una crisi isterica! >> disse la ragazzina uscendo dalla stanza. Dopo aver salutato i suoi genitori Amanda tornò dalla bambola. Quando entrò la trovò seduta sulla sedia davanti al grande specchio con accanto ai fermagli, elastici, profumi… <<…Amanda >> disse <<eh!? >> << mi chiamo Amanda >> la bambola le sorrise guardandola attraverso lo specchio << piacere, io sono Griselda>> gli rispose <<ma sei una bambola? >> <<si certo, una bambola speciale come puoi vedere >> ad Amanda senza sapere perché, ma gli piaceva la bambolina. Passarono due giorni da quando arrivò Griselda e Amanda gli fece tante domande su di lei… e la bambola altrettanto << ma ci sei solo tu? Cioè solo tu sei una bambola parlante? >> chiese mentre mangiava un biscotto al cioccolato << no ce ne sono altre, come mia sorella…>> a quel punto il viso della bambola si fece cupo e triste << come si chiama? >> << Gwendalyn, è tanto brava >> Griselda si guardò allo specchio, pensava a sua sorella ogni giorno << e adesso dove si trova? >> Amanda guardò la bambola che dopo qualche minuto di silenzio rispose << non lo so, ma non andiamo tanto d’accordo tutt’altro! mi passeresti i biscotti con l’uvetta? >> Amanda glieli passò delicatamente, fu la madre a rompere quel momento di serenità, la ragazzina uscì lasciando Griselda da sola in camera a gustarsi della cioccolata calda.
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